Riassunto:
1) Il 31/10/2019 avrà luogo la Brexit, il distacco definitivo della Gran Bretagna dall’Unione Europea.
2) Il fallimento della politica Cameroniana ha dato origine al processo che nessuno in Europa avrebbe voluto gestire.
3) L’Entità della conseguenze Economico-sociali sono ancora tutte da definire nonostante le negative previsioni della Banca Centrale d’Inghilterra.
4) I mercati si apprestano nuovamente ad aumentare la propria volatilità.
Nel mese delle vacanze (italiane) per eccellenza vorrei dare qualche spunto sulla Brexit, peraltro in via di definizione nei prossimissimi mesi.
Nasce con David` Cameron che non avrebbe mai dovuto presentare il referendum in quanto aveva già rinegoziato in maniera molto favorevole per la Gran Bretagna l’appartenenza all’Unione Europea. Quindi lancia questo referendum per farsi dire quanto era stato bravo a rinegoziare le condizioni e quanto sarebbe stato conveniente rimanere all’interno dell’Unione Europea: gli Inglesi purtroppo non la pensavano così.
Dopo tre anni non se n’è ancora venuti a capo e abbiamo avuto cittadini britannici che hanno votato dei rappresentanti per il parlamento Europeo che sono contrari all’Unione Europea, praticamente una farsa.
La data topica sarà il 31 ottobre dove alla fine ci saranno solo due opzioni. La prima è la cosiddetta hard Brexit , ovvero non ci sarà nessun accordo e l’Inghilterra se ne esce punto e basta. L’altra è come se non ci fosse stata nessuna Brexit, Si torna indietro, ed è come se avessimo scherzato.
Queste sono le due opzioni possibili poiché mancano i tempi, le persone e gli strumenti affinché ci possano essere degli accordi diversi con l’Unione Europea. Considerate le statistiche sarà molto più probabile affrontare una “Brexit disordinata” come i capelli dell’attuale primo ministro Boris Johnson.
Metto l’accento su quanto precisato alla fine dello scorso anno dalla banca centrale d’Inghilterra che ha pubblicato qualche numero di previsione in merito alla Brexit. In caso di hard Brexit il Pil inglese scenderebbe dell’8%, i valori immobiliari crollerebbero del 30% e la disoccupazione raddoppierebbe arrivando al 7,5%, e la cosa più spiacevole è che si potrebbe configurare la situazione economica peggiore in ovvero la stagflazione: tasso di crescita negativo del Pil e inflazione che sale. Ciò che un paese non desidererebbe mai avere e che in Italia si è verificata nel 1975.
In questo caso le banche centrali possono fare ben poco. Quindi tutta questa euforia sui mercati la trovo poco giustificata. È vero che l’Inghilterra non è l’America è che una recessione in Gran Bretagna potrebbe non condizionare il mondo intero ma è anche vero che non farebbe sicuramente salire i mercati finanziari e contribuirebbe ad un aumento della volatilità.
Noto anche da una parte un’ingiustificata euforia con società che vengono quotate sul mercato dove l’utile pare l’ultima cosa da prendere in considerazione (a casa mia uno fa impresa per guadagnare!!!). Dall’altra vedo una schiera di gestori che dichiarano un pessimismo forsennato e che si sono preparati alla prossima recessione dietro l’angolo perdendo ovviamente tutta una serie di rialzi sui mercati finanziari.
Rimango dell’idea che un atteggiamento cauto ed equilibrato è la strategia migliore per affrontare in questo momento questo passaggio storico senza rincorrere il titolo dell’ultima ora o lo strumento di moda.
Info per i clienti: agli inizi di settembre. compatibilmente con la pianificazione di ognuno di voi, creeremo strategie per approfittare di questa volatilità.